Absit iniuria verbis.
Nella retorica classica si definisce “actio” ed è il modo di gesticolare, di usare il timbro per opera dell’oratore. E’ incredibile (o no?) quanto l’actio di Matteo Renzi ricordi quella di Adolf Hitler. Entrambi “politici”, ossia pu-pazzi usati dalle sedicenti élites per i loro loschi scopi, sebbene il Fuhrer non fosse del tutto privo di un pur diabolico carisma e di sapienza dialettica che nel grullo fiorentino sono ridotti a patetiche parodie.
Nondimeno è istruttivo ascoltare un discorso di Renzi, senza badare ai penosi contenuti. Si noti come adopera la voce: il tono ascende ora in guisa graduale ora in maniera repentina, sempre con studiata ricerca di efficacia comunicativa. Si notino le espressioni facciali che, insieme con l’accento e le pause, enfatizzano il pathos, cercano di catturare l’uditorio.
Certo, con Renzi gli effetti sono involontariamente comici e grotteschi: la mimica è risibile, quando vuole essere contegnosa, il timbro è da isterico, quando si prefigge solennità e passione. Nella diversità abissale che contrappone un gonzo spocchioso ad un tetro seduttore delle folle, si osserva, però, un trait d’union, vale a dire la tecnica retorica tipica del tiranno.
Purtroppo, benché Renzi sia un guitto, non mancano gli estimatori della sua ampollosità da rana che si gonfia per diventare grossa come il bue. Non manca chi apprezza non solo la sua eloquenza da osteria, ma pure le sue “idee”.
Teo sovente piace, perché il suddito tende ad identificarsi in lui che è il prototipo del sub-uomo odierno: scemo, ma a suo agio con la tecnologia, ignorante, eppure in grado di spiccicare qualche parola in un inglese da paura, così da sembrare istruito. E’ il successo del parvenu frustrato che, prima di essere espulso dal consesso di chi conta veramente, vive i suoi cinque minuti di gloria. E’ il trionfo di un ducetto piccolo piccolo, eppure pericoloso, del borghese tutto “legge ed ordine”, è la vittoria dell’uomo qualunque che si illude di essere diventato qualcuno, laddove sfigurerebbe come rifiuto persino in una discarica.
Nella retorica classica si definisce “actio” ed è il modo di gesticolare, di usare il timbro per opera dell’oratore. E’ incredibile (o no?) quanto l’actio di Matteo Renzi ricordi quella di Adolf Hitler. Entrambi “politici”, ossia pu-pazzi usati dalle sedicenti élites per i loro loschi scopi, sebbene il Fuhrer non fosse del tutto privo di un pur diabolico carisma e di sapienza dialettica che nel grullo fiorentino sono ridotti a patetiche parodie.
Nondimeno è istruttivo ascoltare un discorso di Renzi, senza badare ai penosi contenuti. Si noti come adopera la voce: il tono ascende ora in guisa graduale ora in maniera repentina, sempre con studiata ricerca di efficacia comunicativa. Si notino le espressioni facciali che, insieme con l’accento e le pause, enfatizzano il pathos, cercano di catturare l’uditorio.
Certo, con Renzi gli effetti sono involontariamente comici e grotteschi: la mimica è risibile, quando vuole essere contegnosa, il timbro è da isterico, quando si prefigge solennità e passione. Nella diversità abissale che contrappone un gonzo spocchioso ad un tetro seduttore delle folle, si osserva, però, un trait d’union, vale a dire la tecnica retorica tipica del tiranno.
Purtroppo, benché Renzi sia un guitto, non mancano gli estimatori della sua ampollosità da rana che si gonfia per diventare grossa come il bue. Non manca chi apprezza non solo la sua eloquenza da osteria, ma pure le sue “idee”.
Teo sovente piace, perché il suddito tende ad identificarsi in lui che è il prototipo del sub-uomo odierno: scemo, ma a suo agio con la tecnologia, ignorante, eppure in grado di spiccicare qualche parola in un inglese da paura, così da sembrare istruito. E’ il successo del parvenu frustrato che, prima di essere espulso dal consesso di chi conta veramente, vive i suoi cinque minuti di gloria. E’ il trionfo di un ducetto piccolo piccolo, eppure pericoloso, del borghese tutto “legge ed ordine”, è la vittoria dell’uomo qualunque che si illude di essere diventato qualcuno, laddove sfigurerebbe come rifiuto persino in una discarica.
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Ciao Zret;
RispondiEliminail non eletto da nessuno compresi i suoi sodali, ci resteranno sul gobbo per gli anni a venire anche dopo la loro miseranda apparizione politica da cabaret; continueremo a pagarli profumatamente negli anni a venire.
Un altro atteggiamento che gli riguarda e quello di sistemarsi sempre la cravatta, indice di insicurezza, come quello di voltarsi una volta a destra e una volta a sinistra nello scrutare il volgo che lo applaude in sale ben organizzate.
Uno dei peggiori "uomini" (eletto da nessuno) che ci sia capitato; la colpa se si può chiamare tale è che ci sarà qualcuno che lo voterà, nonostante tutto.
Ciao
Hai ragione, Wlady, purtroppo.
EliminaAnche se si potesse buttare nella discarica questo pu-pazzo sdrucito, poi ci ritroveremmo con altri burattini. Penso a quello lì, Di Maio o a Diba, i damerini del Movimento cinque stalle, più pericolosi che ridicoli.
Mala tempora etc.
Ciao
P.s. Giusta l'osservazione sul suo sistemarsi la cravatta: Teo è un insicuro superbo.
Inenarrabile questo buffone.
RispondiEliminaWlady, ti ho rubato il commento.
Ciao ragazzi!
https://www.facebook.com/koenig.johnny/photos/a.1554928131441192.1073741826.1554928101441195/1777259369208066/?type=3
Ciao Koenig;
Eliminaaz, quanto tempo da quando ci siamo visti in quel di Sanremo e del piacevole pranzo fatto a Arma in riva al mare.
Ti seguo sempre volentieri anche se commento molto poco.
Un abbraccio;
wlady
Bentornato, Koenig!
EliminaAgisci in modo saggio, Wlady, a seguire Koenig: è un tipo inossidabile.
Ciao
Dobbiamo fare il bis al più presto, Wlady.
EliminaCi sono sempre Zret, grazie dell' inossidabile :-)
Un abbraccio a voi.
Sempre disponibile Koenig ... ;-)
EliminaRenzi è un ducetto tragicomico, solo tragico è invece il substrato che lo ha prodotto. Lui e Bergoglio sono le facce moderne (im)presentabili del potere ma sono tranquillamente sostituibili all'occorrenza, come dimostrano le vicende di Letta e Ratzinger. E' incredibile come possano godere del gradimento delle masse, seppure in netto calo. Ciao
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