A proposito dei vari attentati o pseudo-attentati, comunque “operazioni falsa bandiera”, vorremmo sapere per quali motivi tutto, alla fine, si risolve in una bolla di sapone. Bisogna infatti porsi i seguenti interrogativi.
• Perché, nonostante le evidenti e dichiarate falle nei servizi di “intelligence” e “prevenzione” di atti terroristici, non si prendono provvedimenti nei confronti di coloro che, in quanto responsabili della sicurezza, hanno dimostrato inefficienza? Non dovrebbero i vertici dei servizi segreti essere sollevati dai loro incarichi o per lo meno subire dei provvedimenti disciplinari?
• Perché gli autori di attacchi e carneficine sono quasi sempre uccisi dalle forze dell’ordine? Non sarebbe di gran lunga preferibile catturare vivi i “terroristi” per interrogarli in modo da scoprire mandanti e piani criminosi, sì da sventare altri possibili attentati?
• Per quale ragione anche quando, in rarissimi casi, è assicurato alla “giustizia” un “jihadista”, costui non rivela mai alcunché? Dov’è finito, ad esempio, Salah Abdeslam, considerato la mente della “strage” perpetrata a Parigi il 13 novembre 2015? Che cosa è emerso dai suoi interrogatori? Niente!
• Per quale causa, mentre le autorità brancolano nel buio prima degli inside job, a tal punto che anche degli adolescenti inesperti riescono a compiere azioni plateali, ad attentato avvenuto, si riesce a ricostruire vita, morte e miracoli del combattente “radicalizzato”?
• Com’è possibile che alcuni “terroristi”, dopo essere stati eliminati dalla polizia, siano ancora vivi? E’ il caso di Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, il “gelataio” di Nizza.
• Come si spiega che qualcuno (l’ubiquo Richard Gutjahr) sia in grado di cominciare le riprese al momento giusto e nel posto giusto?
• Perché sul teatro dei fatti si trovano così spesso le stesse persone che riescono a sopravvivere a gragnole di proiettili ed a micidiali esplosioni?
• Perché i giornalisti non si recano negli ospedali per interpellare i feriti?
• Perché, se specialmente negli anni ‘70 del XX secolo i servizi “deviati” attuarono la strategia della tensione per destabilizzare i governi e per condizionarne le scelte politiche, non dovremmo scorgere nella sfilza di recenti false flag un disegno simile ed identici ispiratori?
• Perché Bush senior e junior, Tony Blair, Barack Obama, Bill Clinton, Hillary Clinton etc. non sono perseguiti come terroristi, nonostante abbiano massacrato e contunuino a massacrare centinaia di migliaia di persone in Iraq, Siria, Afghanistan, Libia e via discorrendo?
• Perché i “giornalisti” lo definiscono terrorismo islamico, invece che terrorismo di Stato?
• …
E’ evidente che molte cose non quadrano, anche se le teste quadre non si accorgono di incongruenze e di situazioni inverosimili.
• Perché, nonostante le evidenti e dichiarate falle nei servizi di “intelligence” e “prevenzione” di atti terroristici, non si prendono provvedimenti nei confronti di coloro che, in quanto responsabili della sicurezza, hanno dimostrato inefficienza? Non dovrebbero i vertici dei servizi segreti essere sollevati dai loro incarichi o per lo meno subire dei provvedimenti disciplinari?
• Perché gli autori di attacchi e carneficine sono quasi sempre uccisi dalle forze dell’ordine? Non sarebbe di gran lunga preferibile catturare vivi i “terroristi” per interrogarli in modo da scoprire mandanti e piani criminosi, sì da sventare altri possibili attentati?
• Per quale ragione anche quando, in rarissimi casi, è assicurato alla “giustizia” un “jihadista”, costui non rivela mai alcunché? Dov’è finito, ad esempio, Salah Abdeslam, considerato la mente della “strage” perpetrata a Parigi il 13 novembre 2015? Che cosa è emerso dai suoi interrogatori? Niente!
• Per quale causa, mentre le autorità brancolano nel buio prima degli inside job, a tal punto che anche degli adolescenti inesperti riescono a compiere azioni plateali, ad attentato avvenuto, si riesce a ricostruire vita, morte e miracoli del combattente “radicalizzato”?
• Com’è possibile che alcuni “terroristi”, dopo essere stati eliminati dalla polizia, siano ancora vivi? E’ il caso di Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, il “gelataio” di Nizza.
• Come si spiega che qualcuno (l’ubiquo Richard Gutjahr) sia in grado di cominciare le riprese al momento giusto e nel posto giusto?
• Perché sul teatro dei fatti si trovano così spesso le stesse persone che riescono a sopravvivere a gragnole di proiettili ed a micidiali esplosioni?
• Perché i giornalisti non si recano negli ospedali per interpellare i feriti?
• Perché, se specialmente negli anni ‘70 del XX secolo i servizi “deviati” attuarono la strategia della tensione per destabilizzare i governi e per condizionarne le scelte politiche, non dovremmo scorgere nella sfilza di recenti false flag un disegno simile ed identici ispiratori?
• Perché Bush senior e junior, Tony Blair, Barack Obama, Bill Clinton, Hillary Clinton etc. non sono perseguiti come terroristi, nonostante abbiano massacrato e contunuino a massacrare centinaia di migliaia di persone in Iraq, Siria, Afghanistan, Libia e via discorrendo?
• Perché i “giornalisti” lo definiscono terrorismo islamico, invece che terrorismo di Stato?
• …
E’ evidente che molte cose non quadrano, anche se le teste quadre non si accorgono di incongruenze e di situazioni inverosimili.
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RispondiEliminaHai ragione, Prank.
EliminaMi piace spesso ricordare un aforisma di Gramsci: "Ogni Stato è una dittatura".
Ciao
Concordo, viviamo in una finta democrazia e qualcosa non torna in effetti, pare che ci sia la volontà ai cosidetti vertici che certi crimini vengano perpetuati. Il potere da sempre utilizza la politica del terrore, spaventa ed impera, oltre che dividi et impera. Meno male che qualcuno si pone le mie stesse domande.
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