Sempre più numerosi coloro che colgono delle affinità fra la decadenza dell’Impero romano e l’attuale sfacelo della “civiltà” occidentale. Ci sembra un paragone per lo meno azzardato: in primo luogo, analizzare le cosiddette cause di processi storici complessi è già difficile, quando ci si concentra su un periodo limitato, figuriamoci se si presume che di comparare età e situazioni così distanti nel tempo. In ogni caso, le similitudini da taluni evidenziate sono più apparenti che reali.
Dopo secoli di pazienti studi, finalmente solo un decennio fa circa, qualche demografo riuscì a comprendere quale fu l’innesco della crisi del III sec. all’origine del progressivo ed inarrestabile disfacimento dell’Impero romano. In precedenza si erano formulate le ipotesi più diverse, si erano persino individuate radici trascurate dalla maggioranza degli storiografi. All’improvviso… eùreka! La scintilla da cui scaturì l’incendio fu il decremento demografico provocato dal piombo nelle condutture d’acqua: il piombo determinò una diminuzione della fertilità femminile e, in una reazione a catena, una serie di altri problemi, soprattutto economici e sociali, quindi politici ed etici.
Si afferma che le invasioni delle genti germaniche sono molto simili all’odierna diffusione in Europa ed altrove di masse professanti la religione islamica. E’ un’altra analogia discutibile. I popoli esterni tentarono di penetrare e penetrarono nei territori imperiali (a volte furono ospitati da alcuni imperatori) spinti da reali esigenze di sopravvivenza [1]; oggi i clandestini, pardon migranti, sono per lo più prelevati direttamente dai loro paesi e portati in Europa, soprattutto in Grecia ed in Italia affinché destabilizzino i paesi in cui sono trasferiti.
I Germani, di stirpe indoeuropea come i Romani, se erano portatori di una cultura in genere piuttosto rozza, erano inclini ad assimilare la lingua, gli usi ed i costumi della romanità. Si pensi agli ingiustamente diffamati Vandali che furono non solo capaci di allestire una flotta, ma che diedero vita ad un regno fiorente e persino raffinato nell’Africa settentrionale, purtroppo poi distrutto da Giustiniano. Di solito i Germani, una volta insediatisi nelle regioni dell’Impero, dopo una fase di attrito con le popolazioni locali, istituivano regni non a caso definiti romano-germanici, in cui le nazioni autoctone potevano vivere tranquille secondo le loro tradizioni, anzi a volte si liberavano dell’esoso fiscalismo imperiale. Non dimentichiamo che i Germani erano quasi sempre di fede cristiana come i Romani, per le precisione erano Ariani (da Ario, sacerdote di Alessandria), ossia veneravano Cristo come creatura superiore agli angeli e agli uomini, ma inferiore a Dio-Padre. Sebbene gli abitanti dell’Impero fossero spesso niceni, la comunità germanica quasi sempre rispettava quella nicena (non viceversa): si pensi a Ravenna dove con gli Ostrogoti, accanto al Battistero degli Ariani, sorse il Battistero degli “Ortodossi” (niceni).
Oggi gli immigrati sono sovente di “fede musulmana”, ma in fondo usare tale dicitura non significa molto: infatti, come esistevano ed esistono decine di confessioni cristiane, non di rado in conflitto tra loro, così si annoverano molteplici ramificazioni all’interno dell’Islam. E’ vero che nel Medio Oriente ed altrove oggigiorno i Cristiani sono perseguitati in modo feroce, ma è indubbio che in questi ultimi decenni anche gli Sciiti sono stati e sono massacrati a centinaia di migliaia, di solito dagli Wahabiti (Sunniti radicali). [2] Ciò è avvenuto ed avviene nell’indifferenza totale. Anche l’aggressione alla Siria che vede alleati i “Cristiani” occidentali (Stati Uniti in primis) e Sunniti (i “ribelli” che tentano di rovesciare Assad) contro gli Alawiti siriani è dettata, oltre che da evidenti ragioni economiche e geopolitiche, da un odio atavico nei confronti degli Alawiti, discendenti di Alì, il genero del Profeta. Gli Alawiti, tra l’altro, non rispettano neppure i cinque pilastri dell’Islam e ciò spiega l’accanimento nei loro confronti per opera delle frange integraliste. [3]
I Maomettani nel mondo occidentale non manifestano capacità di assimilare la cultura dei popoli ospitanti, tra l’altro perché, mentre l’Impero dell’Urbe possedeva un sapere, la società contemporanea è latrice soltanto di disvalori e di ignoranza.
Inoltre è vero che già nel passato le sedicenti élites giocavano il loro ruolo attraverso intrighi e congiure, ma era un influsso ancora discontinuo e non capillare, benché decisivo (si pensi all’imperatore Costantino ed alla fondazione della Chiesa “cristiana” ufficiale, una chiesa arcontica, la stessa che ambisce a diventare, in questi tempi finali, la Confraternita mondialista del Novus ordo seclorum), quando oggi la feccia controlla, grazie al monopolio della tecnologia e dei media, quasi tutto: questa è un’altra fondamentale differenza tra ieri ed oggi.
Tralasciamo tanti altri aspetti che dimostrano le discontinuità tra Tardo antico e Proto-Medioevo europeo da un lato, contemporaneità dall’altro, per mettere in luce almeno una discrepanza abissale: la crisi dell’Impero portò, bene o male, alla creazione di nuovi equilibri, di nuovi assetti politici e culturali; la crisi attuale porta solo dritto dritto alla distruzione.
[1] La necessità di sfuggire alle pressioni degli Unni, la difficoltà di sostentarsi nelle terre settentrionali a seguito di un irrigidimento del clima etc.
[2] Anche gli Yazidi sono oppressi, mentre sembra che i Mandei (o Cristiani di San Giovanni), poche migliaia ai tempi di Saddam Hussein, siano oggi scomparsi.
[3] Addirittura i Sunniti (Arabia Saudita e Qatar) trucidano gli Sciiti dello Yemen, con il sostegno di Stati Uniti (U.S.A.tana) ed Israele!
Dopo secoli di pazienti studi, finalmente solo un decennio fa circa, qualche demografo riuscì a comprendere quale fu l’innesco della crisi del III sec. all’origine del progressivo ed inarrestabile disfacimento dell’Impero romano. In precedenza si erano formulate le ipotesi più diverse, si erano persino individuate radici trascurate dalla maggioranza degli storiografi. All’improvviso… eùreka! La scintilla da cui scaturì l’incendio fu il decremento demografico provocato dal piombo nelle condutture d’acqua: il piombo determinò una diminuzione della fertilità femminile e, in una reazione a catena, una serie di altri problemi, soprattutto economici e sociali, quindi politici ed etici.
Si afferma che le invasioni delle genti germaniche sono molto simili all’odierna diffusione in Europa ed altrove di masse professanti la religione islamica. E’ un’altra analogia discutibile. I popoli esterni tentarono di penetrare e penetrarono nei territori imperiali (a volte furono ospitati da alcuni imperatori) spinti da reali esigenze di sopravvivenza [1]; oggi i clandestini, pardon migranti, sono per lo più prelevati direttamente dai loro paesi e portati in Europa, soprattutto in Grecia ed in Italia affinché destabilizzino i paesi in cui sono trasferiti.
I Germani, di stirpe indoeuropea come i Romani, se erano portatori di una cultura in genere piuttosto rozza, erano inclini ad assimilare la lingua, gli usi ed i costumi della romanità. Si pensi agli ingiustamente diffamati Vandali che furono non solo capaci di allestire una flotta, ma che diedero vita ad un regno fiorente e persino raffinato nell’Africa settentrionale, purtroppo poi distrutto da Giustiniano. Di solito i Germani, una volta insediatisi nelle regioni dell’Impero, dopo una fase di attrito con le popolazioni locali, istituivano regni non a caso definiti romano-germanici, in cui le nazioni autoctone potevano vivere tranquille secondo le loro tradizioni, anzi a volte si liberavano dell’esoso fiscalismo imperiale. Non dimentichiamo che i Germani erano quasi sempre di fede cristiana come i Romani, per le precisione erano Ariani (da Ario, sacerdote di Alessandria), ossia veneravano Cristo come creatura superiore agli angeli e agli uomini, ma inferiore a Dio-Padre. Sebbene gli abitanti dell’Impero fossero spesso niceni, la comunità germanica quasi sempre rispettava quella nicena (non viceversa): si pensi a Ravenna dove con gli Ostrogoti, accanto al Battistero degli Ariani, sorse il Battistero degli “Ortodossi” (niceni).
Oggi gli immigrati sono sovente di “fede musulmana”, ma in fondo usare tale dicitura non significa molto: infatti, come esistevano ed esistono decine di confessioni cristiane, non di rado in conflitto tra loro, così si annoverano molteplici ramificazioni all’interno dell’Islam. E’ vero che nel Medio Oriente ed altrove oggigiorno i Cristiani sono perseguitati in modo feroce, ma è indubbio che in questi ultimi decenni anche gli Sciiti sono stati e sono massacrati a centinaia di migliaia, di solito dagli Wahabiti (Sunniti radicali). [2] Ciò è avvenuto ed avviene nell’indifferenza totale. Anche l’aggressione alla Siria che vede alleati i “Cristiani” occidentali (Stati Uniti in primis) e Sunniti (i “ribelli” che tentano di rovesciare Assad) contro gli Alawiti siriani è dettata, oltre che da evidenti ragioni economiche e geopolitiche, da un odio atavico nei confronti degli Alawiti, discendenti di Alì, il genero del Profeta. Gli Alawiti, tra l’altro, non rispettano neppure i cinque pilastri dell’Islam e ciò spiega l’accanimento nei loro confronti per opera delle frange integraliste. [3]
I Maomettani nel mondo occidentale non manifestano capacità di assimilare la cultura dei popoli ospitanti, tra l’altro perché, mentre l’Impero dell’Urbe possedeva un sapere, la società contemporanea è latrice soltanto di disvalori e di ignoranza.
Inoltre è vero che già nel passato le sedicenti élites giocavano il loro ruolo attraverso intrighi e congiure, ma era un influsso ancora discontinuo e non capillare, benché decisivo (si pensi all’imperatore Costantino ed alla fondazione della Chiesa “cristiana” ufficiale, una chiesa arcontica, la stessa che ambisce a diventare, in questi tempi finali, la Confraternita mondialista del Novus ordo seclorum), quando oggi la feccia controlla, grazie al monopolio della tecnologia e dei media, quasi tutto: questa è un’altra fondamentale differenza tra ieri ed oggi.
Tralasciamo tanti altri aspetti che dimostrano le discontinuità tra Tardo antico e Proto-Medioevo europeo da un lato, contemporaneità dall’altro, per mettere in luce almeno una discrepanza abissale: la crisi dell’Impero portò, bene o male, alla creazione di nuovi equilibri, di nuovi assetti politici e culturali; la crisi attuale porta solo dritto dritto alla distruzione.
[1] La necessità di sfuggire alle pressioni degli Unni, la difficoltà di sostentarsi nelle terre settentrionali a seguito di un irrigidimento del clima etc.
[2] Anche gli Yazidi sono oppressi, mentre sembra che i Mandei (o Cristiani di San Giovanni), poche migliaia ai tempi di Saddam Hussein, siano oggi scomparsi.
[3] Addirittura i Sunniti (Arabia Saudita e Qatar) trucidano gli Sciiti dello Yemen, con il sostegno di Stati Uniti (U.S.A.tana) ed Israele!
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RispondiEliminaGrazie Prank. Sì, il declino è oggi mondiale.
EliminaCirca il Cristianesimo, la sua mutazione genetica cominciò già nel IV sec. Come fosse, però, quello delle origini è arduo sapere.
Opportuna la citazione dall'opera di Albert Pike.
Ciao
Esatto zret...attorno al IV, V sec comincio' a mutare!
EliminaMa il Cristianesimo non è mai mutato. Esso non è che la rivisitazione del Messianismo ebraico. Stranamente la sinagoga ed il Cattolicesimo si sono ora rinsaldati per il dominio del mondo. E qualcuno dice che in passato non si siano mai scissi se non in apparenza.
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