In un inno manicheo, tratto dalla raccolta Angad Rosnan, è descritta l’unio mystica tra l’anima e la Luce divina. Finalmente libera dal carcere mondano, l’anima, che era stata esiliata sulla terra, si ricongiunge all’ineffabile Scaturigine.
In questi tempi tetri e scellerati, l’ode sprigioni qualche favilla di speranza.
Luce
lieta e bella,
colma di beatitudine,
pervade la mia mente.
Mi parla
in illimitata beatitudine
il mio io sollevato
da profonda oppressione
ed a me dice:
“Vieni, anima, non temere!
Sono il tuo Intelletto,
messaggio di speranza.
Tu sei il mio corpo e la mia veste…
Sono la tua Luce
anticamente raccolta,
l’Intelletto supremo e la speranza compiuta. [1]
[1] L’inno è riportato in G. Widengren, The great Vohu Manah, p. 17
In questi tempi tetri e scellerati, l’ode sprigioni qualche favilla di speranza.
Luce
lieta e bella,
colma di beatitudine,
pervade la mia mente.
Mi parla
in illimitata beatitudine
il mio io sollevato
da profonda oppressione
ed a me dice:
“Vieni, anima, non temere!
Sono il tuo Intelletto,
messaggio di speranza.
Tu sei il mio corpo e la mia veste…
Sono la tua Luce
anticamente raccolta,
l’Intelletto supremo e la speranza compiuta. [1]
[1] L’inno è riportato in G. Widengren, The great Vohu Manah, p. 17