Un’analisi etimologica comparata ci permette di accostarci al significato del controverso termine biblico “elohim” (singolare “eloha”). Il vocabolo è reso con "dei" (o "Dio"), ma qual è la sua possibile matrice?
Siamo ormai prossimi a smentire il valore propugnato da sedicenti eruditi che, dall’alto della loro pedante saccenteria, attribuiscono al lessema il peregrino significato di “legislatori”, mentre ci sembra più probabile quello di “splendenti”, “luminosi” con uno slittamento semantico identico a quello, ad esempio, che occorre nel latino dove "deus", “dio” viene dalla radice “deiwo” che rappresenta la nozione di “luce”.
Sempre a proposito di luce, vediamo che cosa scrive il glottologo G. Devoto: “Sole, lat. sol, parola antichissima, di ricca ancorché disturbata tradizione. La forma originaria sembra si debba restituire in SAWEL che appare nello stato più o meno primitivo anche nelle aree celtica e germanica, con diversa alternanza in quella indo-iranica, con ampliamento in –yo nella regione indiana, greca ('helios' da 'sawelios'), in altre forme ancora, più o meno semplici, nelle zone baltica e slava”.
Il prestigioso dizionario Etymoonline riferisce, sempre a proposito della genesi del vocabolo designante l’astro del nostro sistema: “'Sun', dall’antico inglese, 'Sunne' 'sole', dal proto-germanico *sunnon (fonte anche del norreno, antico-sassone, antico alto tedesco e del medio olandese 'sonne', dell’olandese 'Zon', del tedesco 'Sonne', (dal gotico SUNNO 'il sole'), tutti dalla base proto-indoeuropea 'S(u)wen' (fonte anche dell’ avestico 'xueng' 'sole', dell’antico irlandese 'fur-sunnud''che illumina'); un’altra base è *saewel- ‘brillare, sole’”.
Nell’antico inglese "Sunne" era femminile (come generalmente negli idiomi germanici) e fu usato con il pronome femminile fino al secolo XVI; da allora prevalse il genere maschile forse per influsso del francese.
Se oltrepassiamo il confine delle lingue indo-germaniche, alla ricerca di un ceppo comune da cui si diramano voci primigenie e significative sotto il profilo semantico, potremo vedere nell’ebraico “elohim” il permanere di un morfema ("el", con caduta della sibilante iniziale) indicante la luce, lo splendore?
A questo punto la domanda è quasi retorica.
Siamo ormai prossimi a smentire il valore propugnato da sedicenti eruditi che, dall’alto della loro pedante saccenteria, attribuiscono al lessema il peregrino significato di “legislatori”, mentre ci sembra più probabile quello di “splendenti”, “luminosi” con uno slittamento semantico identico a quello, ad esempio, che occorre nel latino dove "deus", “dio” viene dalla radice “deiwo” che rappresenta la nozione di “luce”.
Sempre a proposito di luce, vediamo che cosa scrive il glottologo G. Devoto: “Sole, lat. sol, parola antichissima, di ricca ancorché disturbata tradizione. La forma originaria sembra si debba restituire in SAWEL che appare nello stato più o meno primitivo anche nelle aree celtica e germanica, con diversa alternanza in quella indo-iranica, con ampliamento in –yo nella regione indiana, greca ('helios' da 'sawelios'), in altre forme ancora, più o meno semplici, nelle zone baltica e slava”.
Il prestigioso dizionario Etymoonline riferisce, sempre a proposito della genesi del vocabolo designante l’astro del nostro sistema: “'Sun', dall’antico inglese, 'Sunne' 'sole', dal proto-germanico *sunnon (fonte anche del norreno, antico-sassone, antico alto tedesco e del medio olandese 'sonne', dell’olandese 'Zon', del tedesco 'Sonne', (dal gotico SUNNO 'il sole'), tutti dalla base proto-indoeuropea 'S(u)wen' (fonte anche dell’ avestico 'xueng' 'sole', dell’antico irlandese 'fur-sunnud''che illumina'); un’altra base è *saewel- ‘brillare, sole’”.
Nell’antico inglese "Sunne" era femminile (come generalmente negli idiomi germanici) e fu usato con il pronome femminile fino al secolo XVI; da allora prevalse il genere maschile forse per influsso del francese.
Se oltrepassiamo il confine delle lingue indo-germaniche, alla ricerca di un ceppo comune da cui si diramano voci primigenie e significative sotto il profilo semantico, potremo vedere nell’ebraico “elohim” il permanere di un morfema ("el", con caduta della sibilante iniziale) indicante la luce, lo splendore?
A questo punto la domanda è quasi retorica.
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Incredibile sincronicita' stamane interrogandomi su questo termine ero andato a consultare il dizionario della lingua ebraica restituita di F. d'Olivet. Curioso notare che la rad. LOH, e mi chiedo: potrebbe essere attinente al significato semantico della parola eLOHim costituendone in un certo senso la struttura centrale? Tale radicale insomma, LOH appunto, sottende specificamente "un desiderio avido" o qualmente "un ardore divorante" e per estensione metaforica "un abisso divoratore". Tali definizioni coinciderebbero peraltro con il carattere dispotico del dio veterotestamentario. Egli si, identificato gia' dagli antichi gnostici come eminente contraffazione, oscuro demiurgo, abisso divoratore delle tensioni spirituali degli uomini. Mentre invece la rad. LEH esprime il senso di purita', una chiara direzione impressa alla vita e per estensione figurata la rad. si rilega a ogni tipo di fiamma. La rad. LH esprime l'avvio dell'esistenza elementare e propriamente la tensione intima, lo sforzo germinativo interno alla manifestazione materiale per palesare, riprodurre incessantemente se stessa. Piu' avanti d'Olivet riferisce riguardo al significato del termine Elhoim derivante da Eloha = quel-Lui-che-E' il cui plurale Elohim appunto significa esattamente Lui-essi-che-Sono. Rimane per me irrisolvibile la rad. LOH il cui significato indubitabilmente rimane "ardore divorante" e si lega alla "fame mai paga" di olocausti accuratamente ordinati dalla obliqua divinita' dell'Antico Testamento. Vendicativa, Crudele, perennemente Dubbiosa della propria autorita' e come "consumato" in questo dubbio che possiamo categorizzare come ancestrale ha marchiato di paura insolvibile la coscienza dell'uomo positivamente ingenuo. Dell'uomo in-genus = originariamente nato libero, privo di vincoli...un identita' propriamente Geniale.
RispondiEliminaCiao Giovanni,
Eliminaalcuni studiosi suppongono che la radice EL significhi "forte", "potente": è un valore che potrebbe non essere distante da quello che ho sottolineato nell'articolo né dal senso di "ardore" da Te riportato. Ardore, fiamma, energia e luce sono indubbiamente collegati.
Conosco l'etimologia proposta da d'Olivet, ma non mi pare abbia riscontri in documenti linguistici ed in testimonianze archeologiche.
Non so se YHWH coincida con l'Arconte evocato dalla Gnosi antica, ma è quasi certo che gli Ebrei originariamente furono politeisti. Lo affermano legioni di storici: ancora nel VI sec. a.C. i Giudei di Elefantina in Egitto adoravano YHWH e la sua paredra, Asherah. Questo è un punto fermo;la vera identità degli Elohim è, invece, controversa, sebbene qualche passo sia stato compiuto forse nella direzione giusta.
P.s. A proposito del sincronismo, devo precisare che in questo periodo ne sto rilevando moltissimi.